Il Carnevale di Venezia non è semplicemente una festa, è parte integrante della storia della Città e della sua essenza. Nel 18° secolo il Carnevale a Venezia arrivò a durare anche sei mesi all’interno dell’anno.
In passato il Carnevale a Venezia durava un tempo assai lungo, dalla prima domenica di ottobre fino alla Quaresima, per poi riprendere due settimane durante la Sensa, l'Ascensione. E si riaccendeva quando veniva eletto un procuratore o il Doge stesso.
A partecipare era la cittadinanza intera, le differenze sociali si perdevano e i ceti più bassi si mescolavano, anche solo per un breve periodo, con i potenti – potevano anzi burlarli pubblicamente. Protetti dall'anonimato della maschera, si entrava liberamente nei salotti come nelle chiese, liberi di svolgere le proprie attività quotidiane senza dare nell'occhio: nascondere la propria identità era un fatto comune a tutti. Bastava avere, essenzialmente, bauta e tabarro: una maschera bianca di cera, cappa e mantello nero a ruota.
Il primo Carnevale di Venezia di cui si ha conoscenza riporta la data del 1094, sotto il doge Vitale Falier, e più precisamente in un documento sui divertimenti pubblici nei giorni prima della Quaresima. Due secoli più tardi (1296) il Carnevale venne dichiarato festa pubblica ufficialmente. Nei secoli le cronache ricordano soprattutto quello che si svolse in occasione della battaglia di Lepanto (1571), quando si assistette ad una fantasmagorica sfilata di carri allegorici, e quello in occasione delle nozze in casa Cornaro a San Polo (1664), con una mascherata di giovani patrizi che si recarono nel monastero di San Lorenzo e di San Zaccaria, in omaggio alle monache di nobile lignaggio.
Il Carnevale veneziano conobbe il suo massimo splendore nel Settecento, quando divenne sinonimo di licenziosità e piacere, attraversato dall'opera di Casanova e Goldoni, di Tiepolo e Longhi, Boucher e Fragonard, un periodo che rese celebre Venezia come luogo di infinite suggestioni, di libertà altrove inimmaginabili, di fantasie che potevano realizzarsi solo qui. Al tramonto del secolo, quando l'arrivo di Napoleone decretò anche il tramonto della Repubblica, il Carnevale si spense, pur continuando ad essere festeggiato nelle isole.
A distanza di due secoli, in occasione della Biennale del Teatro del 1980, la città volle scommettere sulla rinascita di questa festa, dando spazio all’improvvisazione e alla spontaneità. La scommessa fu largamente vinta al di là di ogni più rosea previsione, e stupisce ogni anno per la magnificenza di colori e fantasia, per le feste in piazza San Marco, nei palazzi e nei campi, per gli spettacoli nelle chiese e nei teatri, per tutta l'atmosfera frizzante e giocosa che pervade la città.
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